Quando si parla di problemi connessi all’autostima in genere si usa l’espressione “avere una scarsa autostima”, intendendo dire che avere una stima o valutazione della propria persona svilita rispetto alla realtà, sia la causa sostanziale del malessere dell’individuo. Sulla base di quanto affermato un eventuale lavoro psicologico finalizzato alla eliminazione del problema, dovrebbe avere lo scopo di ridefinire la percezione di Sé innalzando i livelli di autostima. L’ipotesi che viene qui proposta è differente perché definita da un vertice di interpretazione diversa del problema: quando si parla di dolore emotivo legato a problemi di autostima, la radice della sofferenza non sta solo in un svalutazione della propria persona, ma, in termini più generici, in una distorta percezione di Sé, dei propri limiti, difficoltà, capacità, risorse, attitudini, in una sola parola della propria Soggettività.
La distorsione di cui si parla rappresenta il punto di origine di ogni disagio psicologico, dall’ansia generalizzata ad una vera e propria psicosi. In termini metaforici si potrebbe paragonare l’Immagine che la persona ha di Sé al nostro Sistema Immunitario: da un corretto funzionamento del Sistema Immunitario trae origine il benessere fisico dell’Individuo, da una adeguata Autostima dipende la sua serenità emotiva. Così come il primo non assicura il corpo dall’assenza di malattie ma lo mette nella condizione di poterle affrontare senza soccombere, analogamente una adeguata Percezione di Sé non preserva dalle sofferenze e delusioni che purtroppo la vita ci riserva, ma consente alla mente di viverle e affrontarle, senza “ammalarsi”. Ma che cosa si intende per adeguata autostima? Se partiamo dalla sua definizione, ovvero la valutazione che un individuo ha di sé stesso, sulla base delle informazioni che quotidianamente recepisce dalla realtà, interna ed esterna, si comprende come alla base vi sia un graduale processo di Conoscenza di Sé, strutturato sulla base delle esperienze vissute ogni giorno.